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martedì, marzo 21, 2006

Prodi abbraccia la Cgil

Pochi giorni fa, l'on. Prodi ha partecipato al congresso del sindacato Cgil, quello, come sappiamo più politicizzato e fazioso, quindi che pensa più che al vantaggio per i lavoratori, a fare di tutto perchè al potere ci sia la sinistra. Lo ha dimostrato in questi cinque anni, indicendo scioperi talvolta generali che hanno dato un duro colpo all'economia.
Prodi, nel caso vincesse le elezioni, ha ricevuto una garanzia di non "disturbo" da parte dell Cgil, questo a dimostrazione di quanto conti soltanto la posizione politica di un Governo e non le Leggi e le riforme che esso farebbe per i lavoratori.
Non soltanto questo, Prodi ha ricevuto un accorato applauso da parte della base cigiellina che ha dimostrato di condividere le riforme enunciate da Prodi al congresso; tutto ciò deve allarmare tutti gli italiani, perchè un programma di lavoro condiviso dalla Cgil non è un bene per l'Italia. La Cgil è un sindacato che ha radici comuniste, è pervaso da una rigidità ideologica che porta a una visione del mondo del lavoro antistorica, vecchia, quindi non al passo coi tempi.
Conoscendo la faziosità del sindacato, non mi stupirei che la buona accoglienza fatta a Prodi sia soltanto per simpatia politica ma penso, purtroppo che ci sia anche una condivisione del programma. L'abolizione caldeggiata da Sinistra e Cgil della Legge Biagi, porterebbe a una regressione della gestione dei contratti di lavoro; al giorno d'oggi in tutto il mondo civilizzato è messa in atto la "flessibilità" che prende atto del fatto che i posti di lavoro sono inferiori alla richiesta dei cittadini, quindi introducendo la "flessibilità" si dà la possibilità, a turno, di lavorare tutti. Senz'altro non si possono accettare contratti di due o tre mesi, eventualmente rinnovabili che, oltre a dare un perenne senso di insicurezza al lavoratore, potrebbero precludergli la possibilità di accettare eventuali offerte più stabili. Però, non si può tornare al lavoro "a vita", altrimenti sempre più persone avranno mai la possibilità di portare a casa, magari pochi soldi ma sempre meglio di niente. Altresì è da bocciare l'assistenzialismo che alberga nelle menti della sinistra, per cui si deve dare il sussidio di disoccupazione a tutti i senza lavoro. Senz'altro è giusto darlo a chi, per sfortuna dimostrata, non ha ricevuto offerte di lavoro in tanti anni ma no alla distribuzione a pioggia di denaro ai furbetti che preferiscono pesare sullo Stato piuttosto che andare a lavorare. Cominciamo col limitare l'immigrazione che, come hanno dimostrato gli altri Paesi che hanno già vissuto questa esperienza, a lungo termine, porta via lavoro ai cittadini del Paese ospitante.

1 Comments:

At 5:18 PM, Blogger Loud said...

sull'argomento Lavoro / Flessibilità / Riforma non mi dilungo, avendone già parlato sul mio blog :)
in particolare qui.

Bye!

 

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