Riflessioni con passione

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giovedì, settembre 15, 2005

Negli ultimi tempi, si torna a parlare di modifica delle legge elettorale. In questo ambito la divisione è tra proporzionalisti e maggioritari. Il sistema vigente è quello maggioritario, in cui la gran parte dei partiti si allea in coalizioni. Personalmente, fino a qualche anno fa, ero favorevole all'attuale sistema ma, dopo aver constatato lo stato di litigiosità che si è creato nelle due coalizioni, sto ripensando la mia posizione. All'interno delle coalizioni, convivono punti di vista talvolta molto distanti tra loro e tutto ciò porta all'instabilità e la cosa è ancora più importante se tale condizione si crea in quella che governa. L'Unione contiene un numero elevato di partiti, è una coalizione composita, che pare avere come collante principale l'antiberlusconismo, più che un ideale comune. Tutto ciò comporta che in essa ci sia una maggiore conflittualità. Sarei quindi favorevole a un ritorno al sistema proporzionale (auspicando non più accordi ufficiosi tra partiti), col quale il partito che riceve maggiori consensi, governa. In tal modo potremmo avere più stabilità dell'Esecutivo e, forse, anche il programma di governo sarebbe più chiaro.

domenica, settembre 11, 2005

Sarà che non ho mai creduto nell'utilità delle marce, salvo di quelle sportive, nè nelle fiaccolate. Fatto sta che anche quella di oggi ad Assisi, marcia "per la pace" che si tiene ogni anno nella cittadina umbra, non fa eccezione. Mi sembra più una marcia politica che sia lì per trascinare in errore le persone più "sognatrici" e illuse. Tutti vogliamo la pace, chi può essere così folle da desiderare di vivere un conflitto, ma talvolta le guerre sono necessarie: per difesa in caso di aggressione all'Italia, o per portare democrazia dove manca, come in Iraq. Oltre a tutto, il nostro contingente in Iraq, che ammiro e a cui faccio tanti auguri, è là con tanto sacrificio non come forza belligerante ma di controllo pacifico del territorio. Ricordiamolo, schiacciato dalla dittatura di Saddam Hussein prima dell'intervento anglo-americano. Qualche persona in malafede o irrecuperabilmente offuscato dall'antiamericanismo, aveva affermato che l'intervento in Iraq fosse stato mosso da interessi petroliferi. Ma i fatti, o meglio, i prezzi attuali del petrolio, le smentiscono; infatti, era da decenni che tale prodotto non era così costoso, quasi a 70 $ al barile (circa 156 Litri). Tornando alla "pace", trovo che le marce e le manifestazioni in nome di questo valore, abbiano l'effetto di dividere la gente politicamente. Perchè la sinistra si è appropiriata anche della "pace" creando l'ennesima equazione scorretta: elettore di sinistra= pacifista e buono; elettore di Centrodestra= insensibile e guerrafondaio. L'ennesima strategia attrai-voti. Infatti a queste marce, se si presentano politici o elettori non appartenenti all'area di sinistra, vengono fischiati e contestati, come se per questi la pace non fosse un valore condiviso ma che fossero semplicemente degli infiltrati. Ricordiamoci che il Comunismo non è sinonimo di pace e che ha fallito ovunque; quindi, se a una manifestazione "pacifista" vediamo bandiere con tale orientamento ideologico, sospettiamo.